10 motivi per cui meritiamo l’estinzione

E finalmente dicembre arrivò.

Non è l’incipit di un nuovo romanzo stracciazebedei best seller di quel gran genio di Fabio Volo, ma solo la banale quanto vera constatazione che il tempo passa e che tra un inutile e demagogico comizio e le zucche intagliate, ci siamo: sta per verificarsi la fine del mondo.

Ed ecco perchè (evitatemi la frase quantomai demenziale e ovvia “secondo me”) i Maya hanno avuto le loro buone ragioni per prevedere e sotto sotto sperare la fine di noi tutti insieme appassionatamente. 

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1) Il Populismo

Quando nacque era in assoluto il movimento politico più positivo, giusto e idealista in assoluto. Il popolo va tutelato. Ha i suoi sacrosanti diritti, merita di essere sovrano e di formare al meglio tutte le personalità creative e meritevoli che raggiungerano con l’uso della meritocrazia le cariche più alte del blablabla.

Certo. Peccato che, con l’andar del tempo, si sia rivelato fautore delle più inutili e banali critiche al mondo amministrativo e/o governativo basate sul nulla. Mi fanno ridere (con amarezza) i sostenitori del “uff, che palle, non lo so e non mi interessa“. I creatori della più bieca autoreferenzialità che hanno il coraggio barbaro di fare del populismo lamentandosi della situazione nazionale con luoghi comuni pur non facendo (nè esprimendo) un emerito cazzo. Situazione che si ritrova nell’ambito accademico scientifico “uffaaaa se volevo fare questa cosa in particolare non avrei scelto questo corso. Che palle però, eh!” lamentandosi poi di non trovare un’occupazione.
Si può essere più coglioni di cosi?

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2) L’improvviso comportamento bipolare delle/gli ex.

L’ex del mio coinquilino decise di sputtanare sei anni di rapporto scegliendo di fare la groupie per un gruppo locale di merda.

Resasi conto relativamente presto di ciò che aveva perso, provò a far ritorno con la coda tra le gambe all’ovile sulla scia della pietà basata sulla sua incapacità cronica “Medioman aiutami tu” ed affidandosi al concettuale movimento del “gattomortismo“.  Dopo aver capito che non era possibile ripristinare la situazione lasciata per ovvi motivi decise, saggiamente, di  propagandare ad amici in comune e alla nazione in generale quanto fosse brutta la mia persona e quanto fosse importante starmi lontano. Era cosi concentrata nel suo intento di parlarmi alle spalle che per un attimo ho temuto di essere anche io chiamata per poi sentirla spettegolare al telefono su me medesima.

Quando l’oggetto del desiderio le vietò assolutamente di continuare questa pagliacciata infantile, il tono improvvisamente cambiò: scrisse addirittura sul suo profilo quanto fosse contenta, felice e soddisfatta della situazione in cui si trovava e di convivere insieme al suo nuovo partner (ovviamente allo scuro di tutta la manfrina) e quell’orrendo cane protagonista inquietante di ogni fotogramma che riguardi la sua noiosa vita.

Mi piacerebbe incontrarla in un bar, magari in centro, per poterle dire senza mezze misure: “ahahahaha camina margiala!”

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3) Il Veganesimo.

Sono irrazionali, pedanti, irragionevoli e perseguono con fervore i loro ideali.

Non esiste eccezione, obiezione o ipotesi che possa dar torto al loro personalissimo e sacro fine. Se state pensando all’estremismo dei mujaheddin dopo aver letto queste due righe, allora ho reso davvero l’idea. Non si può cadere nel crimine o sbattersene altamente della salute altrui proponendo uno stile di vita estremo (e innaturale) a qualunque bipede onnivoro e pensante. Una specie intelligente e degna della sopravvivenza ghettizzerebbe immediatamente determinati assertori di baggianate pseudo-fantascientifiche. Ecco.

Noi no.

Se non altro anche loro professano l’estinzione umana. Un barlume alla fine di un lungo e buio tunnel.

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4) Dawson’s creek

Il telefilm più squallido di sempre.

Ancora mi chiedo chi aveva il compito di creare e immettere nella sceneggiatura i dialoghi anxiety girl” della serafica Joey Potter. La odiavo. Tutto questo miasma adolescenziale in eccesso per poi finire con i soliti quattro stronzi della paranoica comitiva che se la fanno tra di loro. Evidentemente il resto del pianeta non li ha soddisfatti.

Va da se che una specie realmente evoluta con del giudizio critico giammai proporrebbe un telefilm del genere e degenere alla propria prole.

Nemmeno su La5 il primo pomeriggio.

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5) L’equo e solidale.

Ma chi cazzo ha detto che serve?

Chi pensa che possa sostenere e addirittura rianimare la situazione economica del pianeta evidentemente non ha capito qual’è il senso profondo di questa crisi.

Invece di cagare il cazzo con lo stato su un presunto Natale equo e solidale come se spendere 300 euro per una qualunque banalità “hand made” potesse risollevare le sorti dell’economia italiana, questo Sacrosanto Natale fate regali vuoti con all’interno un bel bigliettino: “scusami, pensavo che i Maya avessero ragione”.

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6) Le UGG

Orrende.

Sono orrende. Degli scarponcini deliberatamente rubati a Goku che non svolgono sostanzialmente nessuna funzione (eccezion fatta per la smorfia di incredulità che suscita nei passanti accortisi  del prezzo esorbitante esposto in vetrina).

Si, perchè oltre ad essere brutti, mollicci quando piove (contro ogni previsione di inverni caldi e floridi) e con un design improponibile, costano anche un culo di soldi.

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7) I programmi di cucina.

Non bastava evidentemente la Clerici a darci l’idea di una incompetente che finge simpatia e trasuda allusioni sessuali da tutti i pori.

Dovevamo anche avere quel pezzo di manzo di Gordon Ramsey a sbraitare contro tutto e tutti, come se cucinare con l’ansia nel culo fosse l’obiettivo dell’umanità intera. Grazie a Dio la Findus, con i suoi surrogati di “famigliola felice” in tetrapack corre in nostro soccorso insieme alla Mulino Bianco. Ipocrisia a gogò ma sempre meglio della nevrosi costante servita con contorno di frustrazione.

“Io non ci sto!” avrebbe detto Scalfaro.

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8) Il Brasile.

Cosa abbiamo fatto di male per meritarci il Brasile?

Produce in costante aumento fighe e fighe e calciatori e fighe e samba. E anche fighe. Chiunque abbia passato l’ultimo mese dell’estate su una qualunque spiaggia avrà subito lo sculettamento intenso a ritmo di balli odiosi e privi di senso con musiche forzatamente caraibiche. Un coma. Peggio se a fomentare tale trauma psicologico e fisico ci si trova la brasiliana infoiata in tanga: preparatevi a vedere orde di maschioni con mutande rigorosamente bianche in bella mostra.

Tipico esempio della fauna brasiliana la bella Juliana Moreira: in Italia da tempo immemore e ancora incapace di salutare in modo comprensibile. Esempio dell’emancipazione femminile. Mi esulo dal commentare i calciatori carioca della nuova generazione: si commentano da soli. La sola vera risorsa che hanno degna di nota continuano a spiattellarla in faccia al resto del mondo come unica e reale panacea di tutti i mali,inserendo in qualunque elenco di ingredienti di qualunque prodotto cosmetico una qualche ceppa di pianta/fiore/ramo/erba/sticazzi proveniente dalla loro foresta amazzonica. Alcune case erboristiche ci prendono talmente gusto ad ingolfare l’Inci di assurdità improponibili che mentre leggi pensi “elamadonna“.

Si pensa che il mostro di Lochness non si trovi più nel celeberrimo lago ma lì. Tant’è.

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9) Il bijoux esagerato

Chiunque dimori in una città di provincia e di consueto passeggi tra le vetrine del centro avrà notato l’impellente quanto inquietante crescita fisica dei bijoux.

Un chiaro esempio ce lo fornisce la stilosa (si fa per dire) Anna Dello Russo, direttrice di Vogue Japan, anche lei è stata affascinata dal potere del low cost del marchio svedese di H&M ed ha voluto lasciare la sua impronta  con la sua nuova collezione di bijoux per H&M: un’impronta che ha scrafagnato nettamente il concetto di classe.

Simbolica la presenza degli alligatori ai lati della montatura: prefazione dello stile sobrio che tanto piaceva a Chanel letteralmente divorato dal cattivo gusto.

Immensi e dai colori sgargianti questi accessori sicuramente originali sono stati progettati per favorire la morte di chi li indossa.

Provate ad indossarne almeno una decina durante una giornata assolata in pieno traffico e riparliamone.

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10) Il giornalismo televisivo

La televisione spazzatura è come l’universo: infinitamente vasta.

Non c’è canale, rete o spot che non celebrino costantemente la caduta vertiginosa del giornalismo in tv. Manichini ben incipriati che si sforzano di manipolare il consenso del pubblico assecondandone la voglia di particolari scabrosi al fine della sensibilizzazione della massa.

Una spirale dell’informazione che non porta assolutamente da nessuna parte, se non quella buia e senza ritorno del “barbarino di turno”: figlio della D’urso è un esemplare sempre più spesso presente nei social network, armato di tastiera e mouse pronto a commentare con fervore qualunque notizia di cronaca il mondo digitale gli presenti. Commenti sempre degni di un sano ed equilibrato populismo. Origine di tutti i Mali.

Cult la frase: ” VERGOGNA! io l’avrei ammazzato squartandolo vivo e dandolo in pasto ai piranha quel verme!”

Mi piace ricordarli cosi. Costruttivi e sobri.